Confraternita Maria SS. del Soccorso
Verso la metà del quattordicesimo secolo, a Palermo ad opera degli Agostiniani, sorse la devozione alla Madonna del Soccorso. Un gruppo di Agostiniani, che nel frattempo si erano stabiliti a Pietraperzia, edificarono una Chiesa con l’annesso convento e la dedicarono alla Madonna del Soccorso.
In seno a questa comunità monastica nacque e si accrebbe la Confraternita sotto il titolo della Madonna del Soccorso.
Nel corso dei secoli ad essa si aggregò la Confraternita degli Agonizzanti, si ebbe così l’unione dei due titoli.
Scopo principale della confraternita era di portare aiuto ai bisognosi, di confortare i moribondi e di accompagnarli nel loro ultimo viaggio terreno ed infine di seppellirli.
Essa poteva ricevere lasciti e donazioni, con le quali rendite sorteggiava ogni anno le doti alle orfane figlie di confrati nel giorno della festività della Patrona della Confraternita l’otto di settembre.
Nata come comunità di mutuo soccorso, con l’evolversi dei secoli non ha perso gli scopi originari, infatti oggi, promuovendo beneficenza e cercando con l’esempio del vivere cristiano di dare esempi alla comunità.
Fino al dopo guerra curò la “ruota”, luogo annesso alla chiesa Carmine dove venivano lasciati i bambini abbandonati, ed inoltre partecipò col 50% dei capitali, alla fondazione dell’ospedale.
La chiesa del Carmine è oggi immersa in un contesto storico urbanistico di alto effetto scenografico, essendo circondata da edifici in barocco siciliano ed altri di tipica architettura locale.
Nel suo interno si conservano : La statua della Madonna del Soccorso, di scuola napoletana del 1600, alcune tele riproducenti San Biagio, di cui tuttora è viva la devozione, e “Lu Signuri di li Fasci”, opera in legno di sorbo della meta del 1300 della Famiglia dei Matinati da Messina, molto probabilmente portato a Pietraperzia agli inizi della costruzione della Chiesa.
Ed è attorno a questo Cristo che da secoli protegge i pietrini, che si stringe la comunità il giorno della commemorazione della Sua morte, unita con le fasce simbolicamente ad essa, ed il Cristo dall’alto della sua croce irradia ai suoi diletti figli la grazia salvifica della redenzione.
Otto giorni prima del Venerdì Santo viene celebrato “Lu Venniri di l’Addilurata” (Venerdì dell’Addolorata), cioè la processione con la statua dell’Addolorata.
Il Giovedì Santo, dalla chiesa del Carmine, dopo la funzione della lavanda dei piedi, (dedicata ai confrati defunti) parte la processione con in testa la confraternita in tenuta da cerimonia, per il consueto giro dei “sepolcri”.
La divisa storica della Confraternita si compone di un camice lungo di colore bianco, una mantellina di colore azzurro ed un cappuccio con visiera bianco.
L’ordine di sfilata è il seguente: precedono lo stendardo con accanto le insegne storiche della Confraternita, seguono il Crocefisso con due fanali, il Venerdì Santo viene portato lo stendardo nero in segno di lutto, seguono poi tutti i confrati con le lanterne.
Tra i fini della Confraternita si ricordano:
¤ Aiutare i Confrati ad una maggiore e più approfondita formazione religiosa
¤ Promuovere il culto del SS. Crocifisso
¤ Curare la carità fraterna e le opere di misericordia
¤ Curare i riti della Settimana Santa
¤ Cooperare al culto della Chiesa ove ha la propria sede
Testo di Andrea Rapisardi